Bene fantastico, si riparte!
Dai che si ricomincia a lavorare! Finalmente potremo far conoscere a tutti il nostro valore!
Mondo del fitness unito e pronto a dimostrare a tutti l’importanza del fare sport….
Pronti…dai tutti insieme…al mio tre scateniamo l’inferno…
Uno…pronti!
Due…partenza!
Tre…hei…ragà…ma dove siete?... Ah, non puoi venire perché sei a fare lezione al parcheggio…
…lei non torna in palestra percè si sta allenando con il personal a 15€…ma il voucher da riscuotere?…ah, lo attiverà a febbraio del 2026…capito…
…tu invece sei a casa del cliente al quale facevi personal qui al club…molto bene…
…beh certo, dici che ti conviene di più che tornare a fare lezione in palestra…
…comprendo, non ci sei perché hai la diretta su Zoom che fai da casa e quindi stai comodo e non hai spese…
C’era una volta il mondo del fitness.
Era un mondo bellissimo dove tutti avevano trovato il loro posto ideale, Fitnessland.
I gestori gestivano…I trainer, trainavano…e i soci, tra una promozione al ribasso e l’altra, socializzavano.
Un mondo fantastico dove tutti, ma proprio tutti, in comune accordo, trovavano il loro posto e si poteva tranquillamente fare quel cazzo che si voleva… ed era bellissimo… tutti, tra piccoli contrasti e grandi amori, procedevano in cordiale disaccordo ma con infinito amore. Tutto era luce.
Ma poi un brutto giorno, dalle lontane e oscure terre d’oriente, arrivò inaspettatamente il terrore più nero di tutte le più nere paure…Covid-19, il signore dell’isolamento, delle distanze sociali e re indiscusso della destabilizzazione socio-economica.
Con il suo terribile potere costrinse tutti a casa per molti mesi. Tutti tutti!
A quel punto a Fitnesslandia la luce lasciò il posto all’oscurità.
I gestori dovettero tenere chiuse le loro palestre continuando comunque a confrontarsi con l’altro loro storico ed acerrimo nemico, le spese di gestione, che, come orde di sciacalli continuavano ad assaltarli periodicamente e con la regolarità maniacale. Fu terribile e in molti caddero sotto i tremendi colpi ricevuti. Resistettero in pochi, i più forti, quelli dotati di armi tecnologicamente evolute chiamate “Cirscoli Sportivi” con le quali gli fu permesso di difendersi dall’oscurità. Una casta eletta di guerrieri a capo dei loro feudi.
I trainer, per loro conto, come moderni partigiani combattenti, fecero resistenza scendendo nei parchi, nelle ville, dentro le altrui dimore, nei parcheggi, al freddo, sotto la pioggia o il sole cocente, stabilendo reti di connessioni online più vaste dei cunicoli realizzati dai Viet Cong della guerra del Vietnam. Insomma, in molti si immolarono per difendere il territorio dall’invasore. Ma come tutte le battaglie anche questa aveva un costo al quale in molti provvidero chiedendo aiuti economici al Buon Signore dei Sostegni, divinità arcaica che ha avuto nella storia molti nomi (Stato, Governo, Sport e Salute ed altri ancora), un Dio senza occhi grazie ai quali elargiva, nell’equità più disarmante, ristori a chiunque senza mai curarsi di chi lo pregava.
Infine i soci. Anche a loro toccò parte dell’oblio di Fitnesslandia. Si trovarono di colpo a doversi manifestare (vestiti tra l’altro nei modi più improbabili) nei luoghi pubblici senza alcun supporto o comfort. Non esistevano più macchinari evoluti per effettuare movimenti più o meno utili. Al posto di comodi sedili furono costretti ad appoggi spartani su pietre o ringhiere dove gravare con le loro preziose terga. Senza musica per i rituali di gruppo dove muoversi all’unisono in una trance ipnotica collettiva. Spariti quei luoghi chiamati spogliatoi ai quali si sostituirono automobili o cespugli. Che bello che era ricordare quei momenti in cui si assaliva il receptionist di turno (altra figura mitologica che si pensa ora estinta) per far notare la presenza di eccessiva umidità nella zona dei phon messi a disposizione gratuitamente dal centro. E soprattutto, cosa ancor più terribile, loro furono “costretti” alla punizione più grande…nonostante avessero abbonamenti attivi dovettero “pagare di nuovo”, quegli stessi trainer, per fare volentieri qualcosa per cui prima si lamentavano… che storia triste …il Sommo Poeta avrebbe a disposizione un nuovo girone dei dannati.
Oggi è passato molto tempo a Fitnesslandia e sembra che il Nero Signore Covid-19 stia nel tempo perdendo il suo influsso malefico. Tutto sembra tornare alla normalità…anche le palestre riaprono…le palestre riaprono…riaprono…(e basta).
Del mondo di una volta però si stenta a vederne traccia.
Molti trainer adattatisi al nuovo stile di combattere, rimangono lontani dalle cascine nelle quali sono stati allevati, cresciuti e diventati adulti e imprenditori di se stessi. Il rapporto tra vantaggi e svantaggi di questa nuova bucolica visione della loro professione sembra essere troppo importante per pensare che forse quei posti dove in un tempo lontano bramavano d’entrare, possa ancora essere chiamato lavoro.
Una nebbia sottile copre la vista e avvolge la mente di coloro che dopo una difficile lotta si convincono che forse, da tanto male, si può trarre un beneficio. Come una qualunque sindrome post-traumatica, per evitare di soffrire ancora, si copro una parte del mondo circostante che è invece parte integrante e soprattutto reale e concreta.
Un nuovo esercito senza una patria da difendere ne casa da proteggere ma con il solo interesse di riuscire, anche da soli, a sopravvivere…una nuova versione del mercenario, sicuramente meno violenta ma non meno cinica e calcolatrice.
Il popolo (i soci), alla cui salute tutti teniamo, è ora convinto che i gestori vogliano approfittarsi di loro e quindi non riesce (o non vuole) comprendere che il centro che riapre non gode di opportunità per fregare il prossimo se non la sola determinazione di riaprire pur sapendo che la stagione oscura continuerà almeno il doppio del tempo in cui si è rimasti chiusi. Senza considerare che la riapertura delle messi avviene quando, come tutti gli anni, i campi sono aridi cioè d’estate.
Ora a Fitnesslandia è un tutti contro tutti…Soci contro gestori, soci contro trainer, trainer contro gestori.
Tra tutti, è l’ultimo a preoccuparmi di più. Ora parlo da trainer. Un conto è stato trovarsi in una situazione di “necessità virtù” per la quale si è accettato, e ci è stato concesso, di lavorare in condizioni estremamente svantaggiate per sopravvivere (ricordo a tutti i puritani che è stato fatto più nero in questi ultimi 14 mesi che negli ultimi 5 anni), atra cosa è perseverare nel vendere e vendersi (quasi sempre in nero) nello stesso modo (solo perché ora è più conveniente) danneggiando l’intero settore.
Non è il momento di rivendicare chissà quali diritti che mai abbiamo avuto ma che mai abbiamo preteso.
Vogliamo prendere coscienza, si o no, del fatto che tra tutti chi ci ha rimesso fortemente sono proprio i proprietari dei club? Vogliamo entrare nell’ordine di idee che le persone vorranno prima o poi lasciare i disagi di parchi, parcheggi e garage per rientrare in palestra dove almeno si possono fare la doccia? Che se oggi dico di no al centro dove prima lavoravo, a settembre sarà quantomeno improbabile che io possa ricominciarvi? Che dovremmo essere noi a riaccompagnare per mano i soci in palestra, perché se i club andranno ancora più in sofferenza cominceranno a chiudere e ci sarà “meno lavoro per tutti” e, allora si che lavoreranno solo quelli che si venderanno al prezzo più basso?
Le palestre sono “la spina dorsale” del nostro settore!
Credo che sia il momento di trovare nuovi equilibri, di pretendere di più da entrambi le parti. Parlo di tutte le figure professionali del settore. Di considerarci come categoria e non come un agglomerato di singoli che cercano di colgiere sempre l’occasione migliore. Di rimboccarsi le maniche e trovare insieme accordi attraverso i quali nessuno venga danneggiato perché non sarebbe interesse di nessuno. E voglio parlare anche alle persone che frequentano le palestre dicendovi che facciamo questo lavoro con un amore che difficilmente si trova in altre professioni e che quell’amore lo possono trovare all’interno di qualsiasi centro fitness nelle facce di tutti gli operatori dal trainer che vi allena, a chi fa le pulizie per permettervi di trovare sempre pulita la panca degli spogliatoi.
Dai che ci riusciamo…non incattiviamoci proprio ora.
In una rinascita di Fitnesslandia io ci credo, magari migliore e più forte di prima.
Buona vita e scusate lo sfogo.
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